La Roma inciampa ancora in Europa. All’Olimpico, davanti a un pubblico che sperava nella svolta dopo le buone sensazioni del match con l’Inter, la squadra di Gasperini cede 1-2 al Viktoria Plzen e complica il proprio cammino nel girone di Europa League. Una serata stonata, opaca, segnata da errori tecnici e mancanza di lucidità, con un primo tempo da dimenticare e una reazione troppo tardiva nella ripresa, accesa solo dal rigore di Dybala — gol numero 200 in carriera — ma mai davvero pericolosa per ribaltare l’inerzia della partita.
Il tecnico giallorosso prova a mescolare le carte, dando spazio dal primo minuto al giovane Ziolkowski in difesa (riposa N’Dicka) e riproponendo davanti il tridente Soulé-Dybala-Dovbyk. In mediana dentro El Ayanoui, con Wesley a sinistra e Celik a destra come contro i nerazzurri. Un segnale di fiducia e rotazioni, ma la partenza, dopo un’illusione iniziale, è subito negativa. Dopo nemmeno sessanta secondi, Dovbyk si ritaglia lo spazio per concludere, ma il suo tiro centrale viene bloccato senza problemi da Jedlicka. Al 7’ rispondono i cechi con Adu, che calcia al volo sfiorando il palo, primo campanello d’allarme di una squadra più intensa e concreta. La Roma fatica a trovare ritmo. Soulé ci prova al 15’ ma spara alto, e poco dopo arriva la doccia fredda: al 20’, su un contropiede fulmineo, Adu sfrutta l’ingenuità del giovane Ziolkowski, lo supera con lo sprint e si presenta davanti a Svilar, battendolo con un colpo che zittisce l’Olimpico. Passano appena tre minuti e il Viktoria raddoppia: Souaré raccoglie palla al limite e lascia partire un sinistro potente che si infila nell’angolino basso. 0-2 e stadio ammutolito. E incredulo. La Roma accusa il colpo, smarrisce le distanze, sbaglia i passaggi più semplici. Gasperini corre ai ripari già al 30’: fuori Ziolkowski, dentro El Shaarawy per dare più spinta e ordine. La scossa arriva solo a tratti: al 33’ Wesley prova a caricarsi la squadra, slalom e tiro sul primo palo, Jedlicka devia in corner. Al 38’ ancora una buona iniziativa dell’ex Flamengo che crossa per El Shaarawy, ma la conclusione del “Faraone” viene respinta involontariamente da Dovbyk. Si va al riposo con i fischi del pubblico, che percepisce la serata storta e la mancanza di idee.
Nella ripresa la Roma rientra con un volto diverso: Gasperini inserisce Pisilli per Koné, costretto a uscire per una botta alla caviglia, e il giovane centrocampista si fa subito notare. Al 52’ è lui a conquistarsi il rigore che riapre il match: sul suo colpo di testa in area, Jemelka devia con il braccio e dopo l’on-field review l’arbitro Meler (inspiegabile non averlo visto in diretta) assegna il penalty. Dybala si presenta dal dischetto e non sbaglia, spiazzando Jedlicka e trovando il 200° gol della sua carriera. L’Olimpico si riaccende, la Roma sembra tornare in partita. Sulle ali dell’entusiasmo, la squadra prova ad affondare: al 57’ El Shaarawy calcia da fuori, palla di poco alta. Poco dopo Bailey, entrato da poco al posto di Celik, prova la conclusione a giro ma non trova lo specchio. Gasperini tenta il tutto per tutto: dentro anche Ferguson e N’Dicka per Soulé e Dovbyk, nel tentativo di alzare il baricentro e cercare peso e inserimenti centrali. Gli ultimi minuti sono un assedio giallorosso. Al 86’ Bailey si accentra e calcia con il sinistro, sfiorando il palo di un niente. Poi ci prova N’Dicka di testa su corner, ma Jedlicka è attento. Al 96’ l’Olimpico esplode per un attimo: schema su punizione, Wesley pennella in area, Pisilli controlla e batte il portiere. Ma la bandierina è già alzata: fuorigioco millimetrico, gol annullato. È l’ultimo sussulto di una gara nata male e finita peggio.
La Roma resta così ferma a quota 3 punti nel girone, con il Viktoria Plzen che vola a 7 e resta imbattuto. Una serata amara, la seconda sconfitta europea consecutiva in casa dopo quella col Lille, che costringe i giallorossi a guardarsi allo specchio. Le difficoltà offensive restano evidenti — si segna troppo poco, e solo su rigore — e anche la tenuta mentale è apparsa fragile. Tra due settimane la trasferta di Glasgow contro i Rangers diventa già decisiva per rimettersi in corsa. Gasperini dovrà ritrovare gioco, convinzione e concretezza, perché questa Roma, pur tra sprazzi di talento e fiammate individuali, non può più permettersi di sbagliare. L’Olimpico, stavolta, ha applaudito solo Dybala e il giovane Pisilli. Tutto il resto è un’amara notte europea da archiviare in fretta. Con la speranza che gli attaccanti facciano un esame di coscienza e che Gasp inizi a sperimentare meno nelle posizioni iniziali.
