Una Roma di cuore, carattere e maturità espugna il Franchi di Firenze e resta saldamente in vetta alla classifica alla seconda sosta per le nazionali. La squadra di Gasperini ribalta l’iniziale vantaggio viola firmato da Kean e si impone 2-1 con i gol di Soulé e Cristante, centrando la terza vittoria consecutiva dopo quelle con Lazio e Verona. Un successo pesantissimo, che cancella definitivamente le scorie europee e conferma la Roma come squadra da piani alti della classifica, capace di reagire ai colpi e di far male con lucidità nei momenti chiave.
Gasperini sorprende in parte nelle scelte: come previsto Dovbyk torna titolare al centro dell’attacco, a supportarlo ci sono Soulé e la carta Baldanzi, mentre in mediana Cristante affianca Koné. Sulle fasce spazio a Wesley e Tsimikas, con Celik, Mancini e N’Dicka davanti a Svilar. Pioli risponde con Kean, Fazzini e Gudmundsson in avanti e De Gea tra i pali.
L’avvio è tutto di marca viola: la Fiorentina spinge alta e la Roma fatica a costruire. Al 14’ arriva il vantaggio dei padroni di casa: uno scontro sfortunato tra Mancini e Celik a metà campo lancia Kean in campo aperto, l’attaccante viola punta N’dicka e scarica un destro potentissimo che si insacca all’incrocio, imprendibile per Svilar. Il Franchi esplode, ma la Roma non si disunisce. Gasperini chiama alla calma, i giallorossi alzano il baricentro e trovano subito il pareggio con lucidità e senza isterismi: al 22’ Soule riceve palla al limite su sponda di Dovbyk, calibra il tiro e disegna un mancino meraviglioso, una gemma che zittisce lo stadio e rimette tutto in equilibrio. Sull’onda del gol, la Roma cresce e al 30’ completa la rimonta. Calcio d’angolo di Soule, Cristante anticipa tutti sul primo palo e incorna alle spalle di De Gea: 1-2 e pugno alzato verso la Curva. È il gol della svolta: la Roma gioca ora con sicurezza, sfiora il tris con Dovbyk – che da due passi non trova il tap-in su cross di Wesley – e chiude il primo tempo in controllo, rischiando solo su un palo colpito ancora da Kean, il più vivace dei suoi.
Nella ripresa Pioli prova a cambiare l’inerzia: fuori Gudmundsson, dentro Piccoli, e subito la Fiorentina si riaffaccia in avanti con Fazzini, il cui destro dal limite termina di poco alto. Gasperini risponde togliendo Dovbyk per Dybala, che entra da falso nove, ed inserendo anche Pellegrini per Baldanzi. L’argentino, al rientro dopo tre settimane, dà subito qualità alle ripartenze romaniste. La Fiorentina però non molla e al 69’ sfiora il pari: punizione di Nicolussi Caviglia, stacco di Piccoli e palla che va vicina al palo. È il preludio al brivido più grande: al 73’ ancora Piccoli si coordina dal limite e colpisce in pieno la traversa con una parabola perfetta. Roma fortunata, ma anche lucida nel difendere: Mancini e N’Dicka fanno muro, Svilar risponde con sicurezza e il centrocampo – guidato da un Cristante monumentale – chiude ogni spazio. Pioli si gioca anche la carta Dzeko nel finale, passando a un tridente pesante con Kean e Piccoli. Gasperini replica con El Aynaoui e Ziolkowski per dare nuova energia al gruppo. All’82’ la Viola spreca l’occasione più ghiotta: cross rasoterra di Fortini, Piccoli manca l’impatto e sul secondo palo Gosens calcia alto a porta spalancata. La Roma si salva e respira. Nel finale è Dybala a cercare il gol che avrebbe chiuso i conti: all’89’ controlla al limite e fa partire un sinistro velenoso, ma De Gea vola e devia in corner. Sul calcio d’angolo seguente N’Dicka svetta, ma la palla finisce di poco alta. La Roma chiude in avanti e resiste anche nei cinque minuti di recupero, con la difesa che libera l’area su ogni pallone alto. Al triplice fischio è festa grande per i giallorossi: Gasperini abbraccia i suoi, Soulé e Cristante si prendono gli applausi del settore ospiti e la Roma vola a 15 punti, prima da sola in attesa del Napoli. Un’altra rimonta, un’altra prova di forza e personalità, un altro segnale forte al campionato: questa Roma sa soffrire, ma soprattutto sa vincere. Ora due settimane di break per gli impegni delle nazionali, al rientro lo scontro al vertice con l’Inter di Chivu.
