• 27 Aprile 2024 6:54

La Roma rimonta la Cremonese nel finale e ritrova la strada per il derby di coppa

DiGiulia Sonnino

Gen 4, 2024

Settantasette minuti da brividi, poi la luce in fondo al tunnel. Nella prima gara del 2024 la Roma segue il solito spartito dell’anno precedente, faticando molto nei primi tre quarti di match, per poi trovare la rimonta nel finale. I giallorossi battono per 2-1 la Cremonese nella sfida secca degli ottavi di Coppa Italia e staccano il pass per i quarti, dove è in programma la più temuta delle sfide, il derby contro la Lazio (si giocherà già la prossima settimana, con i biancocelesti in ‘casa’). Una prestazione faticosa, con diversi giocatori apparsi totalmente opachi contro un avversario che al momento occupa il quinto posto in Serie B dopo la retrocessione della scorsa stagione. Ma alla fine la qualificazione è arrivata e quella è la cosa più importante, soprattutto per evitare una figuraccia bis contro i lombardi, che già l’anno passato avevano eliminato la formazione di Mourinho dalla competizione.

Nell’undici titolare lo Special One lancia Belotti in coppia con Lukaku in avanti, con Dybala inizialmente in panchina. Il resto della squadra è praticamente obbligato, con una mediana con Pellegrini un po’ più avanzato rispetto a Bove e Paredes, mentre in difesa spazio a Celik da braccetto in compagnia di Llorente e Cristante a proteggere Svilar. La partita è molto tirata con diversi ammoniti nei primi minuti e poche emozioni, se non un tiro di Belotti e una punizione insidiosa di Pellegrini. Al 27’ si accende la sfida e arriva la più grossa occasione per i padroni di casa: cross verso Lukaku che sfiora solamente e Belotti che non colpisce bene con la deviazione in porta, Jungdal d’istinto, la palla finisce sui piedi di Pellegrini che calcia a botta sicura trovando però solo la traversa e la linea (non vibra l’orologio dell’arbitro Pairetto collegato alla goal line technology). La Cremonese alza il baricentro e prima preoccupa Svilar con una punizione insidiosa di Zanimacchia poi al 37’ arriva a sorpresa il vantaggio grigiorosso: Ghiglione mette al centro per Tsadjout che difende bene la palla in area su Llorente e beffa il portiere in uscita per il clamoroso 0-1.

Mou è furioso per l’andamento della gara e cambia tutto all’intervallo, mandando nella mischia Dybala, Kristensen e Zalewski al posto di Celik, Llorente e Belotti. E la musica sembra cambiare, anche se non come sperato subito. Jungdal compie due buoni interventi uscendo su Lukaku e su una torre di Cristante e dopo nove minuti della ripresa si salva grazie al palo, che respinge il destro a giro di El Shaarawy (il tiro è stato anche sporcato da Antov). L’Olimpico inizia a ribollire – un “Ale ale Roma alè” coinvolge tutti i 60mila sugli spalti – e a credere nella rimonta. Il forcing della Roma trova compimento al 77’ grazie a Lukaku che sfrutta al meglio una triangolazione con Dybala e Azmoun che serve il belga in corsa in area che deposita il pallone in rete per l’1-1. La sensazione è quella di una vittoria possibile già prima dei supplementari ed è Dybala a sprecare una buona chance mandando alto sul bell’assist di El Shaarawy. Poco dopo la Joya ha la possibilità di riscattarsi: all’85’ i giallorossi raddoppiano grazie al calcio di rigore realizzato dal numero 21, assegnato da Pairetto per uno sciocco fallo di Sernicola su Spinazzola entrato poco prima al posto di Karsdorp (le immagini mostrano che il tocco è con il piede posteriore che travolge la caviglia dell’esterno). La Roma nei minuti finali sfiora pure il tris con El Shaarawy che calcia dalla trequarti con la porta vuota – Jungdal era salito per un ultimo disperato tentativo su calcio d’angolo – ma la palla sfiora soltanto il palo.

Con questo 2-1 ci sarà ora il derby contro i biancocelesti di Sarri: dopo la brutta partita di campionato da entrambi i lati ci si aspetta uno spirito diverso dalla Roma di Mou, che deve far di tutto per guadagnarsi l’accesso alle semifinali, per arrivare così a sole tre partite da un trofeo. Ma prima c’è il faticoso impegno di campionato con l’Atalanta: il tempo per respirare è limitato, testa sul campo.

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