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Nicolò Zaniolo a tutto tondo: L’intervista a The Athletic

DiMatteo Cirulli

Apr 27, 2022
Giornali

Nicolò Zaniolo, attaccante della Roma, è stato intervistato dalla rivista statunitense The Athletic, passando in rassegna tutti i momenti chiave della sua carriera: dagli infortuni al rapporto con i tifosi della Roma, raccontando aneddoti sulle prime convocazioni in Nazionale e con la Roma.

Sul rapporto con il padre Igor e le prime esperienze allo stadio:

”Mio padre è il mio eroe, ho tantissime sue magliette”. Racconta Zaniolo a James Horncastle: ”Avevo circa 13 anni, andai a vedere la Carrarese contro la Viterbese, in una partita di terza divisione. Era una partita di Play-off. Papà segnò un gol in rovesciata e io diedi di matto”.

Sulla prima convocazione in Nazionale:

”Era un fine settimana, non avevamo giocato. Mi trovavo a casa di un mio amico a La Spezia mentre mangiavo una pizza” ricorda Zaniolo. ”La televisione era sintonizzata su Sky Sport e nella sezione ultim’ora vidi la mia convocazione nella Nazionale. All’inizio pensavo si trattasse degli Under-20. Poi ho cominciato a pensare che ci fosse un errore. Qualche minuto dopo il team manager della Nazionale mi ha chiamato. Mi ha detto ‘Vieni a Coverciano domani. Sei nella Nazionale maggiore’. Ero incredulo”. E ancora: ”Chiamai mio padre, ero in lacrime. Non ci credeva, pensava fosse uno scherzo, così gli ho detto di accendere la televisione”.

Sul primo ritiro a Coverciano:

”C’è una tradizione”, Zaniolo racconta a proposito della prima esperienza in Nazionale: ”che consiste nel presentarti alla squadra quando si viene convocati per la prima volta. Io ero un ragazzino e davanti a me avevo Bonucci, Chiellini e Verratti. La riunione era all’una ma io ero arrivato un’ora prima”. Il calciatore della Roma racconta anche della canzone scelta per presentarsi alla squadra: ”Quella stessa sera, i ragazzi nuovi dovevano salire sul tavolo e cantare una canzone. Io non mangiai nulla. Il mio stomaco brontolava. Bonucci e Chiellini mi dissero di alzarmi e cantare dopo cena, e così feci. Cantai Senza Pagare di J-Ax, il tormentone estivo all’epoca, ma la mia voce continuava a tremare”.

Sulla prima partita da titolare contro il Real Madrid:

”Ho passato tutto il giorno nel mio letto, fissando il soffitto. Dall’altra parte della stanza c’era Fuzato e continuavo a pensare tra me ‘che fortuna, lui non sente la pressione che ho io ora”’. Zaniolo ricorda anche il tragitto dell’autobus fino al Santiago Bernabeu, dove venne rassicurato dai veterani della squadra: ”Mi dissero che se mi trovavo lì era perchè il mister aveva visto qualcosa in me in allenamento. Daniele [De Rossi] mi rassicurò: ‘se ci dovesse essere un momento nel quale ti dovessi sentire a disagio o non dovessi essere lucido, girati e guarda me. Ti aiuto io”’.

Sui Social Network e sulla fama:

”Prima della partita contro il Real Madrid, e anche prima della convocazione in Nazionale, avevo circa 2000 followers su Instagram” racconta Zaniolo. ”Tutto ad un tratto ne avevo 60.000. Le ragazze mi mandavano messaggi, la mia vita è cambiata completamente. Devi abituarti a conviverci.” E ancora: ”È difficile trovarsi al top quando non sei abituato. Un diciottenne non ha l’esperienza e le capacità per comprendere cosa accade. Per fortuna ho una famiglia e degli amici che mi hanno tenuto e mi tengono con i piedi per terra. Mio padre mi diceva ‘questo è solo l’inizio, non pensare di essere arrivato. È diventato il mio motto”. L’attaccante parla anche delle conseguenze causate dalla celebrità: ”Quando diventi un calciatore famoso, molte persone cercano di essere tue amiche, perchè sei un giocatore della Roma, non perchè sei Nicolò, quindi si deve stare attenti. La cosa importante è rimanere vicini alle persone che ti hanno sostenuto per tutta la vita, ai tuoi vecchi amici”.

Sugli infortuni e le due operazioni:

”Stavo giocando bene, ero in forma e in fiducia. Il primo infortunio contro la Juventus fu una battuta d’arresto, ma non fu così male. Ero ansioso di tornare e cinque mesi dopo già stavo rigiocando. Il secondo fu un duro colpo, perchè ero tornato solo da un paio di mesi. Stavo cominciando a giocare bene di nuovo. Avevo segnato al Brescia e alla Spal. Partì titolare anche contro l’Olanda”. Quello fu il periodo più difficile per il calciatore ”Per i primi sei o sette giorni non stavo bene. Non riuscivo a parlare. Ero depresso. Ma con l’aiuto della mia famiglia, riuscì a superarlo e iniziare la riabilitazione.” Zaniolo Torna anche sulla scelta di cambiare chirurgo: ”Cambiai chirurgo, non perchè ci fosse qualcosa di sbagliato con il primo. Non volevo ripetere le stesse cose di nuovo per altri cinque mesi. Fu una scelta personale”.

Su Abraham e Mourinho:

Nell’intervista Zaniolo non risparmia i complimenti per l’attaccante inglese, suo compagno di reparto: ”È un centravanti forte e fisico. Ha un buon tiro ed è veloce. Tammy è un giocatore completo. Siamo entrambi giovani e possiamo migliorare. Lui è un top player. Non sa solamente dov’è la porta, ma ha anche la capacità di trovare i compagni e fare la scelta giusta. Mi trovo veramente bene con lui. È un ragazzo fantastico, sempre disponibile, sempre sorridente”. Significativo anche il passaggio sull’allenatore portoghese: ”Tutti sanno che il Mister è un vincente. È un grande allenatore e un grande motivatore. Giorno dopo giorno ci insegna che il gruppo viene prima del calciatore. Dobbiamo giocare come squadra e non come singoli. Questa è la mentalità”. E ancora: ”Siamo felici di avere il Mister e speriamo di vincere qualcosa quest’anno, perchè è da tanto che non succede qui”.

Sui tifosi:

”La loro passione è incredibile” dice Zaniolo. ”I tifosi vivono per la Roma e noi lo percepiamo. Lo capiamo da come cantano Roma, Roma, Roma, prima della partita. Ti porta ad un altro livello e ti carica. C’è una grossa differenza tra giocare in casa e in trasferta. Speriamo nel sold-out contro il Leicester e che la spinta dei tifosi ci aiuti ad arrivare in finale”.

Di Matteo Cirulli

Romano e romanista, tutto fare de Al Circo Massimo, dalla regia ai Social Network.

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